lunedì 31 ottobre 2011

Le scimmie sacre di Man

MAN è una cittadina nel nord-est della Costa d'Avorio sulla strada che da Duekouè porta a Odiennè. Man è circondata da verdi e dolci colline e di dolce ha anche il clima che alla sera riesce anche essere fresco (comunque sempre tra i 20 e 25 gradi, ma per chi scappa da Abidjan con i suoi perenni 30/35 gradi e la tanta umidità é un vero sollievo e piacere). Come le altre cittadine della Costa d'Avorio non ha tanto da offrire oltre al marchè, ai maquis e le sue strade non asfaltate. Altra cosa una decina d'anni fa dove c'era anche un cinema con programmazione giornaliera oggi rimangono le quattro mure ad uso magazzino e la scritta ormai sbiadita. Era anche piena di hotel dalle cucine differenti compresa quella italiana di Stefano con i suoi ottimi e gustosi piatti. Oggi gli hotel sono un numero più limitato e avrebbero tutti bisogno di una forte trasformazione e aggiornamento e non voglio dire internet o televisione satellitare ma quella di avere acqua tutti i giorni e corrente a tutte le ore. Insomma una volta dicevi Man e dicevi una tappa obbligatoria di passaggio di camionisti e uomini d'affari, fermata obbligatoria tra il sud cioè il porto di San Pedro e il nord cioè la frontiera col suo notevole scambio di merci tra la Costa d'Avorio, il Mali e il Burkina Faso ma anche con la Guinea Conakry e la Liberia e dei seguenti prodotti: legname, caffè, olio di palma, cacao, manioca, diamanti, gas, frutta, vegetali, hevea ( è da questa pianta che si estrae il lattice per il caucciù). Oggi tutto questo commercio è sparito e quel poco che c'è va a rilento a parte il cacao, ma il "business" è per pochi. Insomma quello che può offrire la cittadina di Man è davvero poco a parte il tanto relax e la tanta natura che ha come suo apice la cascata che durante la stagione delle piogge è davvero spettacolare e ai piedi si forma anche un piccolo laghetto nel mezzo a piante secolari e arrampicanti dappertutto tanto che il sole fa fatica a farsi strada, insomma da sentirsi praticamente in mezzo a una giungla e anche un po Tarzan. Ma quello che più mi ha colpito è nella credenza che ancora serpeggia e che di seguito racconto: un giorno il villaggio era ormai prossimo ad essere assediato da parte di una tribù rivale e la gente spaventata sarebbe scappata nella foresta lasciando le case incustodite. Quando i nemici entrarono per saccheggiare il villaggio furono aggrediti dalle scimmie affamate, solitamente nutrite dai locali, facendo scappare terrorizzati gli assalitori. Al ritorno gli abitanti nel ritrovare il villaggio intatto e saputo della vicenda promisero che le scimmie sarebbero state libere di vivere dove e come volevano. Ancora oggi sono ritenute sacre e vengono nutrite dalla popolazione e si trovano nel quartier di Gbêpleu, all'estremità nord di Man dove incomincia la foresta. Sono andato di persona a vedere questi animali "sacri" e quando sono arrivato non ho trovato e visto niente neanche dopo una lunga attesa di 20 minuti. Insomma nulla di nulla, una leggenda e niente più. Stavo partendo quando un gruppo di ragazzini tornando da una evidente partita di pallone si è fermato in quanto meravigliati di vedere un bianco in quel posto ma allo stesso tempo confermandomi la presenza delle scimmie ma che per vederle avrei dovuto donare del cibo. Behhh non è che uno vada regolarmente in giro con del cibo nelle tasche ...... neanche il tempo di pensarlo che i ragazzi mi hanno spiegato che delle banane sarebbero bastate per farle uscire. Con qualche soldo e 5 minuti d'attesa eccoli ritornare con un casco di banane e giusto il tempo di prenderne
un paio nelle mani che dalla foresta sono incominciate ad apparire, anche se distanti e diffidenti le scimmie "sacre". Diffidenti giusto il tempo di comprendere che si trattava di cibo ed eccomi circondato e tutte che volevano la banana, qualcuna ha anche cercato di mettermi le mani nelle tasche dei pantaloni. Insomma più che "sacre" mi sono sembrate intelligenti, sveglie ed affamate.

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lunedì 10 ottobre 2011

Partita di pallone e di riconciliazione

Ieri pomeriggio si e’ giocata la partita di calcio Costa d’Avorio – Burundi gara eliminatoria per la Coupe d’Afrique des Nations (chiamata CAN) per il 2012 e che è terminata con la vittoria degli “Elefanti” ivoriani. Ogni nazionale di calcio in Africa è legata ad un nome d’animale: la Côte d’Ivoire agli Elefanti, Il Burundi alle Rondini, La Nigeria alle Aquile, il Camerun ai Leoni, Il Burkina Faso agli Stalloni, Il Congo ai Leopardi, l’Angola alle Antilopi Nere, il Gambia agli Scorpioni e a parte l’Egitto con i suoi Faraoni e il Sud Africa con i "Bafana" che vuol dire "I nostri ragazzi" in lingua Zulu. Quello di ieri è stato il più grande evento popolare in Costa d’Avorio dalla fine della crisi post-elettorale e la partecipazione degli ivoriani è stata notevole (come d'abitudine) infatti il quartiere Plateau dove si trova lo stadio Félix Houphouët-Boigny e dove abito è stato preso d’assalto sin dal mattino, questa volta non dai militari con spari e cannonate ma da chiassosi e simpatici supporters con canti, trilli di fischietti e non di meno con le rumorose vavazuelas e tutti con tanto di maglie, capellini e parrucche varie tra lo sventolio di bandiere con un colore su tutti: "l'orange" simbolo ivoriano. Inutile dire che l’icona della squadra è l’attaccante Didier Drogba.



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VIDEO dentro lo Stadio :