Incredibile per il secondo giorno il cielo è azzurro con le nuvolette bianche e la brezza "lagunaire". Difficile due giorni di seguito così primaverili ad Abidjan come difficili sono i due giorni di guerra. Peccato che gli uni non riescano ad entrare e gli altri non riescano ad uscire e il loro linguaggio per comunicare è quello delle armi. Armi vuol dire combattere, combattere vuol dire perdere e perdere vuol dire morire.
Nella mattinata non scorre più acqua nei tubi. Ma acqua e cibo non mi mancano.
Nel pomeriggio ecco che piove !! Chiunque in Costa d'Avorio quando piove è contento sia perchè succede di rado e poi rinfresca l'aria, anche se oggi per quello c'era la brezza. Ciò che mi preoccupa e rattrista sono le migliaia di rifugiati che hanno perso la casa come il mio domestico Alassan che nella mattinata è stato svegliato nel suo quartiere di Port-Bouet, vicino all'aeroporto, dai "Jeuns Patriotes" che con fucili e machete hanno sparso terrore per tutto il numeroso quartiere e lui fortunosamente è scappato prendendo la famiglia con se e lasciandosi alle spalle il quartiere in fiamme rifugiandosi presso il campo dei francesi che è un modo per sentirsi più sicuri e protetti. Sono circa 2000 quelli scappati nella mattinata e sistemati in un campo a cielo aperto con niente che possa coprirli e niente cui mangiare. Che tristezza. Violenza gratuita di cui nessuno necessita. Intanto i combattimenti continuano e i cannoni urlano. Quello del cannone è la cosa più terrificante che mi sia capitato. Quando l'hanno posizionato nella strada sottostante ogni colpo sembrava un terremoto infatti il frastuono oltre ad entrare nelle orecchie e proseguire dritto al cuore paralizzando, provoca uno spostamento d'aria con seguente tremito dei muri e lo scricchiolare dei vetri, infatti quelli dei piani inferiori molti si sono rotti, e mentre si cerca riparo mentalmente si segue il fischio del proiettile fino al conseguente scoppio di fine corsa e si resta ad aspettare il prossimo, convinti di essersi abituati ma al colpo sucessivo nuova paralisi e nuovo terremoto. Verso sera i combattimenti si sono spostati in fondo alla strada e quindi l'incubo cannone è finito per me ma lo sarà per un'altro Carlo. Resisti, altro Carlo.
Spero almeno che la corrente rimanga mi mancherebbero tantissimo le conversazioni su skype con tanti di voi. Senza mi renderebbero ancora più lunghe e tristi di quello che già sono queste giornate non-sense.
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