Se non sbaglio quando sono partito per raggiungere la Costa d'Avorio alla fine di dicembre la rivista che avevo comprato in aeroporto parlava della nuova edizione del Grande Fratello, dei suoi nuovi inquilini e che sarebbe durata più delle precedenti: oltre 4 mesi. Però che sacrificio mi sono detto. Oggi al mio ritorno dall'Africa e finalmente in aeroporto ed affamato di lettura italiana ho comprato diversi giornali tra le quali riportavano la fine del programma con le foto del concorrente vincitore accolto con baci e abbracci e tanto di tripudio del pubblico. Che combinazione mi sono detto in effetti anch'io ho passato 4 mesi chiuso tra il mio ufficio e le mure di casa, week-end compresi e senza possibilità di poter incontrare nessuno in quanto il coprifuoco non permette libertà di movimento e il solo vero contatto esterno oltre al cellulare è stato Skype e la videocamera. Certo è il mio lavoro ed è stata una mia scelta, ma anche la loro.
Quindi in un certo modo anch'io ho partecipato e avrei potuto vincere. D'accordo nessuno lo sa e soprattutto a nessuno interessa, ci mancherebbe altro, ma in me è balenato questo pensiero: sono io che ho perso qualcosa a starmene ad Abidjan con la sua crisi e tanto di guerra civile e senza seguire una sola puntata del programma oppure sono stati i concorrenti del programma che si sono persi qualcosa nel starsene chiusi fra 4 mura, forse neanche dei veri muri e seguiti perennemente che dalle telecamere e da persone che a pagamento stavano dall'altra parte del cavo senza nessun contatto eccetto che fra gli stessi inquilini che a turno settimanale dovevano decidere l' eleminazione di uno di loro e quindi non certo un programma tanto amicale. Non ho la risposta e forse non c'è neanche comparazione di sicuro io non avrei ma vinto con tutte quelle brutte parole che dicevo mentre fuori sparavano con il cannone e razzi vari, mi avrebbe eliminato direttamente la giuria !!
Vivi una buona e onorevole vita in modo che, quando ci ripenserai potrai godertela una seconda volta
mercoledì 20 aprile 2011
martedì 12 aprile 2011
Saluti
lunedì 11 aprile 2011
11 Aprile ad Abidjan
Oggi lunedi 11 Aprile é terminata la guerra in Costa d'Avorio e si é scritto un nuovo capitolo di Storia. Come é finita ?
E' finita che gli uni sono usciti e gli altri sono entrati.
La morale ? La guerra é un'ingiustizia che castiga chi non ha colpe.
Carlo, Zeroblog, Abidjan.
P.S.: Ancora un'altro 11.
giovedì 7 aprile 2011
7 Aprile ad Abidjan
Se l'esperienza di una settimana chiuso in casa senza mai uscire l'avevo già vissuta quando avevo subito l'intervento chirurgico ai legamenti del ginocchio (circa 20 anni fà e ben accudito da mamma e nipotino) il fatto di vivere una settimana senza acqua è la prima volta. Inoltre come é successo all'alba che hanno ridato si acqua nelle tubature ma lo é stato per meno di un minuto, giusto qualche bottiglia. Niente pentole o secchi vari. Mannaggia.
La situazione diplomatica è allo stallo. Le reti telefoniche non funzionano più.
Invece é successo, imprevedibile ma é successo: Mi trovavo al telefono quando sento un forte rumore di carri che passano proprio nelle strade adiaciante al mio terrazzo e la curiosità mi ha portato a sbirciare dietro le tende. Mi vedo parecchi veicoli corazzati bianchi delle Nazioni Unite che si arrestano e indugiano sulla direzione da prendere. Io indugi non ne ho avuti e con le mie belle braccia ho richiamto l'attenzione dei caschi blu e così qualche minuto dopo mi sono trovato all'interno e ben scortato a destinazione nella loro base.
Se questo é un bene per me non lo può essere per il mio blog. Purtroppo dalla base, più che lontana diciamo che si trova isolata e il contatto e la realtà della vita con gli altri 4 milioni non sarà più la stessa. Peccato.
In compenso sono uscito da quell'isolamento e respiro meglio. L'ultima cosa che ho fatto e' quella di aver consegnato la chiave di casa mia ai guardiani. Si prendano tutto e arrivederci a presto.
L'ultima cosa che ho visto prima che chiudessero lo sportello erano dei buchi al posto delle belle vetrate del mio compound e le mie piantine di peperoncino a cui nessuno darà l'acqua.
La situazione diplomatica è allo stallo. Le reti telefoniche non funzionano più.
Invece é successo, imprevedibile ma é successo: Mi trovavo al telefono quando sento un forte rumore di carri che passano proprio nelle strade adiaciante al mio terrazzo e la curiosità mi ha portato a sbirciare dietro le tende. Mi vedo parecchi veicoli corazzati bianchi delle Nazioni Unite che si arrestano e indugiano sulla direzione da prendere. Io indugi non ne ho avuti e con le mie belle braccia ho richiamto l'attenzione dei caschi blu e così qualche minuto dopo mi sono trovato all'interno e ben scortato a destinazione nella loro base.
Se questo é un bene per me non lo può essere per il mio blog. Purtroppo dalla base, più che lontana diciamo che si trova isolata e il contatto e la realtà della vita con gli altri 4 milioni non sarà più la stessa. Peccato.
In compenso sono uscito da quell'isolamento e respiro meglio. L'ultima cosa che ho fatto e' quella di aver consegnato la chiave di casa mia ai guardiani. Si prendano tutto e arrivederci a presto.
L'ultima cosa che ho visto prima che chiudessero lo sportello erano dei buchi al posto delle belle vetrate del mio compound e le mie piantine di peperoncino a cui nessuno darà l'acqua.
mercoledì 6 aprile 2011
6 Aprile ad Abidjan
Sesta mattina da arresti domiciliari e come me altre 4 milioni di persone. Manca ancora l'acqua. La piscina ho deciso di non utilizzarla più perchè tutti prelevano l'acqua e non mi sembra bello tuffarmici e nuotarci.
La situazione in generale è decisamente migliorata quasi nessun sparo ma la situazione diplomatica è di nuovo in stallo. Si ha paura che possano succedere dei sciacallaggi a negozi, magazzini e case dato le numerose bande armate composte da ex seguaci, mercenari e criminali scappati da tante prigioni, tra cui la più grande e affamati di tutto.
Si aspetta l'acqua. Donne passano con i loro secchi pieni d'acqua sulla testa attente a non versarne, vere giocoliere. Io non provo neanche sia perché arriverei con il secchio mezzo vuoto ma ancor di piu un piede fuori io non ce lo metto ! Quindi non mi rimane che aspettare lo spiffero dalle canne che da il segnale dell'arrivo dell'acqua e si ha due minuti scarsi di cui i primi 10-15 secondi sono acqua sporca. Quindi si mette per ogni rubinetto una bottiglia, secchio o pentola. Il tempo di fare il giro per cambiare con quelli vuoti e l'erogazione cessa e si resta a guarda l'ultimo zampillo con la speranza che non finisca mai. Comunque sono diventato veloce: quattro bottiglie, un secchio, due pentole e una marmitta. La prima volta un secchio e due bottiglie.
Ripresi gli scontri in quanto il vecchio Presidente asseragliato nel suo bunker non vuole trattare. Si dichiara ancora vincitore. Che brutto il potere! Una brutta malattia dalla quale non si accorge di essere infetti e dalla quale non si può guarire.
Hanno cominciato a togliere la corrente in più quartieri, brutta notizia.
Fino a sera nessun sparo.
«Rabbi, perché le persone ricche sono le più indifferenti alle sofferenze altrui?» chiese Simon.
«Vieni alla finestra, Simon, e dimmi cosa vedi» rispose il rabbino.
«Beh…il solito: una mamma che spinge una carrozzella, il garzone del lattaio che torna in bottega, i colombi che beccano le briciole…»
«Ora vai di fronte allo specchio e dimmi cosa vedi.»
«Mah, rabbi, cosa vuoi che veda? Vedo me stesso…»
«Vedi, Simon, il vetro della finestra e quello dello specchio sono costituiti dallo stesso materiale, ma basta un leggero velo d’argento e non riuscirai a vedere altro che te stesso.»
Anonimo triestino d’inizio ‘900
La situazione in generale è decisamente migliorata quasi nessun sparo ma la situazione diplomatica è di nuovo in stallo. Si ha paura che possano succedere dei sciacallaggi a negozi, magazzini e case dato le numerose bande armate composte da ex seguaci, mercenari e criminali scappati da tante prigioni, tra cui la più grande e affamati di tutto.
Si aspetta l'acqua. Donne passano con i loro secchi pieni d'acqua sulla testa attente a non versarne, vere giocoliere. Io non provo neanche sia perché arriverei con il secchio mezzo vuoto ma ancor di piu un piede fuori io non ce lo metto ! Quindi non mi rimane che aspettare lo spiffero dalle canne che da il segnale dell'arrivo dell'acqua e si ha due minuti scarsi di cui i primi 10-15 secondi sono acqua sporca. Quindi si mette per ogni rubinetto una bottiglia, secchio o pentola. Il tempo di fare il giro per cambiare con quelli vuoti e l'erogazione cessa e si resta a guarda l'ultimo zampillo con la speranza che non finisca mai. Comunque sono diventato veloce: quattro bottiglie, un secchio, due pentole e una marmitta. La prima volta un secchio e due bottiglie.
Ripresi gli scontri in quanto il vecchio Presidente asseragliato nel suo bunker non vuole trattare. Si dichiara ancora vincitore. Che brutto il potere! Una brutta malattia dalla quale non si accorge di essere infetti e dalla quale non si può guarire.
Hanno cominciato a togliere la corrente in più quartieri, brutta notizia.
Fino a sera nessun sparo.
«Rabbi, perché le persone ricche sono le più indifferenti alle sofferenze altrui?» chiese Simon.
«Vieni alla finestra, Simon, e dimmi cosa vedi» rispose il rabbino.
«Beh…il solito: una mamma che spinge una carrozzella, il garzone del lattaio che torna in bottega, i colombi che beccano le briciole…»
«Ora vai di fronte allo specchio e dimmi cosa vedi.»
«Mah, rabbi, cosa vuoi che veda? Vedo me stesso…»
«Vedi, Simon, il vetro della finestra e quello dello specchio sono costituiti dallo stesso materiale, ma basta un leggero velo d’argento e non riuscirai a vedere altro che te stesso.»
Anonimo triestino d’inizio ‘900
martedì 5 aprile 2011
5 Aprile ad Abidjan
Le armi hanno parlato tutta la notte e quindi dormito poco e male ! Notizie contraddittorie seguono a quelle più strane. Sta di fatto che sparano ancora, ma quante armi e munizioni hanno ?? Non hanno da mangiare e bere per il quale l'uomo è stato fatto e invece abbondano di armi e battaglie per il quale l'uomo non è stato creato. Lo trovo talmente illogico. Cielo azzurro e di nuovo silenzio. Niente acqua. Ho provato a leggere, non riesco a concentrarmi, gli occhi leggono ma sono disconnessi dal pensare. Pensieri vanno e vengono la vita è così. Mezzogiorno e un annuncio: il Presidente degli uni sta negoziando la sua partenza e quindi il Presidente degli altri negozia. Tacciono le armi. Bene. Nel pomeriggio le persone rincominciano ad apparire stando sugli usci delle case o dei cortili e si parlano uno con l'altro chiedendo di tizio e di caio. A volte chiedendo di qualcuno c'è il passaparola fino in fondo alla strada con conseguente passaparola di risposta. Addirittura si rincomincia a sentire il gracchiare di alcune radioline. Sera, niente spari e un silenzio tombale. Qual'è peggio ?? Silenzio assoluto o silenzio tombale ?? Direi tombale. Sono le 20. Sono solo le 20 ma si è fatto tardi. Il materasso del corridoio mi attende e io non voglio farlo aspettare. Au Revoir a demain.
lunedì 4 aprile 2011
4 Aprile ad Abidjan
Risveglio senza spari e senza acqua. Quindi stavo meglio quando stavo peggio !! hiiiiii
Ho trovato la soluzione per lavarmi !! Peccato non averci pensato prima: sono sceso e mi sono immerso nella bella e grande piscina dello stabile et voila les jeux sont faits! Ma a ben guardare più che a lavarmi, l'avventura da scena da film è stata un'altra in quanto per andare alla piscina, che è all'aperto, sono stato scortato dalle 4 guardie del palazzo tutte attorno a me e anche quando ero nell'acqua a farmi un bagnetto e felice come un bebè i 4 mi seguivano sul bordo della piscina facendomi da scudo con i loro corpi, quindi ho pensato che non era il caso di nuotare. Al ritorno stessa scena io in mezzo e due su ogni lato i guardiani. Insomma mi sono sentito un Presidente. Poi ho pensato a questi due Presidenti e alla loro guerra e ho deciso che essere un testimone speciale bastava. Punto.
Forse mi vengono a prendere. Non mi vengono a prendere.
Anche la casa ha un'altro aspetto: il materasso del divano adesso è in corridoio, nell'angolo chiuso e più sicuro della sala ho radunato: tele, poltroncina, una sedia, il computer e un tavolino molto piccolo (la bottiglia rimane per terra), il tutto in 2 metri x 1 e mezzo, non di più. L'ultima volta che ho visto il salone così era quando l'ho visitato la prima volta.
Oggi mi sono guardato allo specchio e sono dimagrito. bene, non era uno degli obiettivi del 2011 ? Avanti il secondo.
Forti bombardamenti o lanci di missili su Abidjan. Bene, penso che adesso mentre vi scrivo qualche cosa stia succedendo in Costa d'Avorio. Peccato che sia qualche cosa di terribile.
Nel contempo è iniziato un forte temporale. Speriamo si porti via tutto.
Ho trovato la soluzione per lavarmi !! Peccato non averci pensato prima: sono sceso e mi sono immerso nella bella e grande piscina dello stabile et voila les jeux sont faits! Ma a ben guardare più che a lavarmi, l'avventura da scena da film è stata un'altra in quanto per andare alla piscina, che è all'aperto, sono stato scortato dalle 4 guardie del palazzo tutte attorno a me e anche quando ero nell'acqua a farmi un bagnetto e felice come un bebè i 4 mi seguivano sul bordo della piscina facendomi da scudo con i loro corpi, quindi ho pensato che non era il caso di nuotare. Al ritorno stessa scena io in mezzo e due su ogni lato i guardiani. Insomma mi sono sentito un Presidente. Poi ho pensato a questi due Presidenti e alla loro guerra e ho deciso che essere un testimone speciale bastava. Punto.
Forse mi vengono a prendere. Non mi vengono a prendere.
Anche la casa ha un'altro aspetto: il materasso del divano adesso è in corridoio, nell'angolo chiuso e più sicuro della sala ho radunato: tele, poltroncina, una sedia, il computer e un tavolino molto piccolo (la bottiglia rimane per terra), il tutto in 2 metri x 1 e mezzo, non di più. L'ultima volta che ho visto il salone così era quando l'ho visitato la prima volta.
Oggi mi sono guardato allo specchio e sono dimagrito. bene, non era uno degli obiettivi del 2011 ? Avanti il secondo.
Forti bombardamenti o lanci di missili su Abidjan. Bene, penso che adesso mentre vi scrivo qualche cosa stia succedendo in Costa d'Avorio. Peccato che sia qualche cosa di terribile.
Nel contempo è iniziato un forte temporale. Speriamo si porti via tutto.
domenica 3 aprile 2011
3 Aprile ad Abidjan
Hanno sparato tutta la notte e tanto. Penso che abbiano fatto un'assalto alle ultime roccaforti del vecchio potere. Alle prime luci del giorno dopo qualche ultimo colpo è ritornato il silenzio assoluto. Niente più brezza. Niente più canto degli uccelli che normalmente sono tanto forti da fare chiudere le finestre. Behhh mi vado a prendere una doccia..... già niente acqua ! In compenso c'è la corrente e quindi vuol dire musica, skype, internet e un pò di tele. Sento delle voci nella strada, le prime da giorni, sono delle donne con bambini e la loro unica mercanzia che non sono altro che dei secchi vuoti, che stanno scappando da non so dove ma è chiaro che neanche loro sanno dove andare. E' tornata l'acqua quindi barba e doccia. Chiusa l'acqua! Niente barba nè doccia. Ricominciano a sparare. Tristezza. Ogni tanto mi vengono a trovare i due guardiani Fidel e Philippe che oltre a fare il giro di controllo mi riportano la pentola con cui il pomeriggio prima ho cucinato la pasta per me e per loro quattro. Mi ringraziano più volte e io sempre che me li guardo e gli dico: Merci a voi che siete qui !! Questo pomeriggio ho cucinato per delle persone che lavorano affiliate a noi e che da ben due giorni non avevano toccato cibo. Giù un chilo e mezzo di pasta condita con pesto, qualche scatoletta, un po di crekers, delle bottiglie d'acqua e buon appetito. Guardo i guardiani che sono venuti a ritirarla devono percorrere tutta la strada con le mani alzate e ben in vista e una volta arrivati in fondo alla via vengono controllati dai militari. Quali non so. Fino a sera non si spara. Meglio. Detto indiano:
L’UOMO DICE CHE IL TEMPO PASSA.
IL TEMPO DICE CHE L’UOMO PASSA.
L’UOMO DICE CHE IL TEMPO PASSA.
IL TEMPO DICE CHE L’UOMO PASSA.
sabato 2 aprile 2011
2 Aprile ad Abidjan
Incredibile per il secondo giorno il cielo è azzurro con le nuvolette bianche e la brezza "lagunaire". Difficile due giorni di seguito così primaverili ad Abidjan come difficili sono i due giorni di guerra. Peccato che gli uni non riescano ad entrare e gli altri non riescano ad uscire e il loro linguaggio per comunicare è quello delle armi. Armi vuol dire combattere, combattere vuol dire perdere e perdere vuol dire morire.
Nella mattinata non scorre più acqua nei tubi. Ma acqua e cibo non mi mancano.
Nel pomeriggio ecco che piove !! Chiunque in Costa d'Avorio quando piove è contento sia perchè succede di rado e poi rinfresca l'aria, anche se oggi per quello c'era la brezza. Ciò che mi preoccupa e rattrista sono le migliaia di rifugiati che hanno perso la casa come il mio domestico Alassan che nella mattinata è stato svegliato nel suo quartiere di Port-Bouet, vicino all'aeroporto, dai "Jeuns Patriotes" che con fucili e machete hanno sparso terrore per tutto il numeroso quartiere e lui fortunosamente è scappato prendendo la famiglia con se e lasciandosi alle spalle il quartiere in fiamme rifugiandosi presso il campo dei francesi che è un modo per sentirsi più sicuri e protetti. Sono circa 2000 quelli scappati nella mattinata e sistemati in un campo a cielo aperto con niente che possa coprirli e niente cui mangiare. Che tristezza. Violenza gratuita di cui nessuno necessita. Intanto i combattimenti continuano e i cannoni urlano. Quello del cannone è la cosa più terrificante che mi sia capitato. Quando l'hanno posizionato nella strada sottostante ogni colpo sembrava un terremoto infatti il frastuono oltre ad entrare nelle orecchie e proseguire dritto al cuore paralizzando, provoca uno spostamento d'aria con seguente tremito dei muri e lo scricchiolare dei vetri, infatti quelli dei piani inferiori molti si sono rotti, e mentre si cerca riparo mentalmente si segue il fischio del proiettile fino al conseguente scoppio di fine corsa e si resta ad aspettare il prossimo, convinti di essersi abituati ma al colpo sucessivo nuova paralisi e nuovo terremoto. Verso sera i combattimenti si sono spostati in fondo alla strada e quindi l'incubo cannone è finito per me ma lo sarà per un'altro Carlo. Resisti, altro Carlo.
Spero almeno che la corrente rimanga mi mancherebbero tantissimo le conversazioni su skype con tanti di voi. Senza mi renderebbero ancora più lunghe e tristi di quello che già sono queste giornate non-sense.
Nella mattinata non scorre più acqua nei tubi. Ma acqua e cibo non mi mancano.
Nel pomeriggio ecco che piove !! Chiunque in Costa d'Avorio quando piove è contento sia perchè succede di rado e poi rinfresca l'aria, anche se oggi per quello c'era la brezza. Ciò che mi preoccupa e rattrista sono le migliaia di rifugiati che hanno perso la casa come il mio domestico Alassan che nella mattinata è stato svegliato nel suo quartiere di Port-Bouet, vicino all'aeroporto, dai "Jeuns Patriotes" che con fucili e machete hanno sparso terrore per tutto il numeroso quartiere e lui fortunosamente è scappato prendendo la famiglia con se e lasciandosi alle spalle il quartiere in fiamme rifugiandosi presso il campo dei francesi che è un modo per sentirsi più sicuri e protetti. Sono circa 2000 quelli scappati nella mattinata e sistemati in un campo a cielo aperto con niente che possa coprirli e niente cui mangiare. Che tristezza. Violenza gratuita di cui nessuno necessita. Intanto i combattimenti continuano e i cannoni urlano. Quello del cannone è la cosa più terrificante che mi sia capitato. Quando l'hanno posizionato nella strada sottostante ogni colpo sembrava un terremoto infatti il frastuono oltre ad entrare nelle orecchie e proseguire dritto al cuore paralizzando, provoca uno spostamento d'aria con seguente tremito dei muri e lo scricchiolare dei vetri, infatti quelli dei piani inferiori molti si sono rotti, e mentre si cerca riparo mentalmente si segue il fischio del proiettile fino al conseguente scoppio di fine corsa e si resta ad aspettare il prossimo, convinti di essersi abituati ma al colpo sucessivo nuova paralisi e nuovo terremoto. Verso sera i combattimenti si sono spostati in fondo alla strada e quindi l'incubo cannone è finito per me ma lo sarà per un'altro Carlo. Resisti, altro Carlo.
Spero almeno che la corrente rimanga mi mancherebbero tantissimo le conversazioni su skype con tanti di voi. Senza mi renderebbero ancora più lunghe e tristi di quello che già sono queste giornate non-sense.
venerdì 1 aprile 2011
1 Aprile ad Abidjan
Ieri sera quando sono andato a dormire (????) era chiaro che al risveglio tutta la città di Abidjan sarebbe rimasta a casa e solo militari e combattenti vari sarebbero stati i padroni delle strade. Purtroppo non è stato così! Neanche il tempo di addormentarmi ed ecco i primi spari prima lontani e molto sporadici poi sempre più vicini ed infine la guerra nelle strade con scambi di colpi d'arma da ogni dove e di ogni tipo compreso il cannone. Colpi di pistola venivano seguiti da colpi di kalasnikov, qualche bomba a mano e ogni tanto razzi RPG e mentre l'intensità diminuiva il colpo di cannone riaccendeva la battaglia. Insomma un vero inferno. Un vero inferno per le mie orecchie. Mai sentito tanto rumore. Una battaglia che è durata fino al primo pomeriggio. Un inferno lungo. Durante si vive la sensazione di qualcosa più grande di noi e non controllabile, piena di violenza gratuita. E pensare che mentre fuori infuriava la battaglia io dal corridoio dove ho cercato riparo (non essendoci finestre è un modo per prevenire qualche proiettile vagante)la cosa bella era il paesaggio della mia finestra della camera riflesso in uno specchio: un cielo azzurro vivo con nuvole bianche e grigio-chiare che scorrendo giocavano con il già caldo sole nascondendolo ora si...... ora no e tutto alleggerito da una forte brezza "lagunaire" che teneva le tende oblique e ben tese. Peccato, una bella giornata da mare. Una giornata da scherzi da 1° Aprile ed invece tanta tristezza. A un tratto la calma !! Niente più spari niente più grida. Una calma che se non fosse stata per il cinguettare degli uccelli e il fruscire delle piante mosse dal vento si chiamerebbe silenzio assoluto. Interrotto nel tardo pomeriggio da una poveraccio che percorreva la strada cantando hiuu hehaaa e la stessa cantilena per tutta la lunghezza della strada e mentre con una mano si teneva i pantaloni con l'altro braccio accompagnava a gesti il suo canto, certamente un folle, ma non più folle di tanti altri di questa giornata e tutti loro non sanno di essere folli.
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