Vivi una buona e onorevole vita in modo che, quando ci ripenserai potrai godertela una seconda volta
giovedì 29 dicembre 2011
Parlare di Cabossa..
Parlare di cabossa, di theobroma cacao sphaerocarpum, di 20° paralleo nord e 20° parellelo sud, di zuccheri, grassi, albuminoidi, alcaloidi e coloranti vuol dire parlare di cacao. Con il suo milione e mezzo di tonellate la Costa d’Avorio è il primo produttore di cacao nel mondo. Dovrebbe essere anche quello di maggior esportazione se non fosse che molto cacao “passa” al Ghana, paese confinante, dove è più pagato. Il Cacao Forastero o cacao di consumo è quello prodotto qui in Costa d’Avorio dal gusto aspro-amaro. L'albero del cacao è delicato e fragile.
Necessita di protezione dal vento e, nella maggioranza dei casi, di un buon riparo dal sole, soprattutto nel periodo che va dai due ai quattro anni. Una piantina appena nata trova solitamente riparo all'ombra di banani, plantani o palme da cocco. Una volta però cresciuto, l'albero può vivere anche in pieno sole, purché viva in zone dal terreno fertile e ben drenato e può raggiunge anche i 10 metri, ma per facilitarne il raccolto nelle piantagioni è tenuto sui 5/6 metri di altezza. Gli alberi iniziano a dar frutti (cabosse) quando hanno tre/cinque anni di età. Fioriscono tutto l'anno ed i frutti giallo/marroni lunghi 15-20 cm e dalla forma allungata ed appuntita alle sue estremità, si raccolgono due volte all'anno, prima e dopo la stagione delle piogge.
All’interno del frutto si trova una polpa asprigna dove sono racchiusi numerosi semi ovali e piatti, a forma di mandorla, di colorie bruno-violaceo, disposti in 5 file. Ogni seme contiene gli alcaloidi, i più importanti sono la teobromina e la caffeina (contenuta in quantità ridotta): il primo è un euforizzante mentre il secondo è un eccitante; grosse quantità di cacao possono infatti indurre una dipendenza fisiologica. La teobromina (“Theo” e “Broma” = cibo degli Dèi) ha inoltre effetti diuretici: è infatti adoperata come diuretico. I semi con il procedimento della fermentazione e con l’esicazzione vengono racchiusi in sacchi di juta e spediti per tutto il mondo, maggiormente in Europa, dove viene trattato e con l’aggiunta di Lecitina poi daranno il cioccolato che tanto è buono ma che tanto fa ingrassare.
domenica 13 novembre 2011
Era ora..... speriamo
Oggi é una data storica: Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo 17 anni lascia la politica e quindi lascia la scena. Lascia anche un paese in bilico con la sua scarsa crescita economica, ma questa é tutta un'altra storia in quanto viene prima lo sfascio morale e istituzionale di quello economico. Oggi é in parte la fine del ciclo dell'imprenditore che da oltre 20 anni controlla la vita pubblica italiana e ha usato il potere per i suoi scopi. Dopo ogni scandalo o sconfitta rinasceva ancora più forte e sembrava indistruttibile. Ma forse non é solo questo in quanto dire Berlusconi in un certo qual modo é racchiudere una parte della mia vita che fin da quando ero ragazzo con Milano 2 prima, le televisioni private poi, nonché presidente della squadra calcio A.C. Milan con le sue vittorie, l'ascesa in politica con un suo nuovo partito dopo lo scandalo di Mani Pulite e la nascita della Seconda Repubblica, giá nata morta, mi ha accompagnato con la sua presenza perenne se non addirittura asfissiante in televisione, sui giornali, alla radio, pannelli pubblicitari e volantini compresi. Anche all'estero mi ha perseguitato il suo nome. Per non parlare dei suoi mille appellativi : Il Cavaliere, Telemittenza, il Papi, il Nano, lo Psiconano, il Cainano, Al Tappone, il Cavaliere Mascherato, Bellachioma, Bandanano e come ultimo anche come il Vecchio Porco e tutto ciò sarebbe anche comico, se non fosse umiliante per gli altri italiani, che descrivono bene lui e le miserie dei corridoi del potere che mi riportano in mente le parole di Giacomo nel Nuovo Testamento: “Sulla Terra siete vissuti nelle delizie e morbidezze; avete pasciuto i vostri cuori come per il giorno della strage”. Insomma dei bei personaggi non c’è che dire, personaggi che hanno (avuto) come idolo un Re Mida che tutto quello che tocca diventa oro , ma come nella favola di Gianni Rodari non di solo oro si vive. Forse da oggi ne sentiremo parlarne molto meno ma come non mi é mai mancato prima, continuerá a non mancarmi. Spero solo di non svegliarmi domani e leggere sui giornali: Silvio Berlusconi ce l'ha fatta ancora una volta !! Sarebbe troppo. Ma lo sarebbe ancor di più e ancor più triste se tra qualche tempo dovrei pronunciare: era meglio quando c’era il Bellachioma!
Come ultimo volentieri riporto una lettera pubblicata sul Corriere della Sera di un anonimo cittadino italiano. Ai posteri sembrerà paradossale una cosa per noi che è stata reale.
Salve,
sono un cittadino dell’Italianistan!
Vivo a “Milano DUE” in un palazzo costruito dal Presidente del Consiglio.
Lavoro a Milano in una azienda di cui è mero azionista il Presidente del Consiglio. Anche l’assicurazione dell’auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l’assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.
Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio.
Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio.
Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio.
Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall’agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio.
Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Allora mi stufo e vado a navigare un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio.Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.
Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse! PER FORTUNA!!!!!
P.S.: Vero che c’é la libertà di scegliere differenti giornali, programmi tv, banche etc etc ..... ma poi non più di tanto.
Come ultimo volentieri riporto una lettera pubblicata sul Corriere della Sera di un anonimo cittadino italiano. Ai posteri sembrerà paradossale una cosa per noi che è stata reale.
Salve,
sono un cittadino dell’Italianistan!
Vivo a “Milano DUE” in un palazzo costruito dal Presidente del Consiglio.
Lavoro a Milano in una azienda di cui è mero azionista il Presidente del Consiglio. Anche l’assicurazione dell’auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l’assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa.
Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio.
Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio.
Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio.
Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio (questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio).
Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall’agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio.
Soprattutto guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Allora mi stufo e vado a navigare un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio.Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio.
Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse! PER FORTUNA!!!!!
P.S.: Vero che c’é la libertà di scegliere differenti giornali, programmi tv, banche etc etc ..... ma poi non più di tanto.
lunedì 7 novembre 2011
Abissa 2011
- - o O o - - Nel fine settimana c'é stata la festa dell'Abissa a Grand Bassam. Questo tradizionale evento culturale è organizzata dalla comunità N'Zima a simboleggiare i concetti di democrazia e giustizia sociale ogni anno. Una festa che può sembrare carnevalesca infatti ci si veste in modo bizzarro e ci si pittura la faccia di bianco (peccato che sul bianco non si nota tanto), ma che è fortemente tradizionale infatti raccoglie tutti i figli e figlie degli N'zima attorno al suo "Chef" per una settimana e durante questo periodo è lecito esporre le ingiustizie subite e di domandare le spiegazioni, anche al Re. Non di meno è lo spettacolo della sera quando tutti i giovani si scatenano nella danza a suon di musica e di tam tam che si effettua nella piazza principale e danzano in tondo per ore e ore. Una marea umana di giovani alla: I like to move it, move it... I like to move it, move it.... She likes to move it ! La domenica con l'uscita sulle portantine e il tour per il paese del Re Awoula Amon Tanoé e di sua moglie la Regina si conclude la festa. Aspettando quella del 2012 ecco qualche foto:
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lunedì 31 ottobre 2011
Le scimmie sacre di Man
MAN è una cittadina nel nord-est della Costa d'Avorio sulla strada che da Duekouè porta a Odiennè. Man è circondata da verdi e dolci colline e di dolce ha anche il clima che alla sera riesce anche essere fresco (comunque sempre tra i 20 e 25 gradi, ma per chi scappa da Abidjan con i suoi perenni 30/35 gradi e la tanta umidità é un vero sollievo e piacere). Come le altre cittadine della Costa d'Avorio non ha tanto da offrire oltre al marchè, ai maquis e le sue strade non asfaltate. Altra cosa una decina d'anni fa dove c'era anche un cinema con programmazione giornaliera oggi rimangono le quattro mure ad uso magazzino e la scritta ormai sbiadita. Era anche piena di hotel dalle cucine differenti compresa quella italiana di Stefano con i suoi ottimi e gustosi piatti. Oggi gli hotel sono un numero più limitato e avrebbero tutti bisogno di una forte trasformazione e aggiornamento e non voglio dire internet o televisione satellitare ma quella di avere acqua tutti i giorni e corrente a tutte le ore. Insomma una volta dicevi Man e dicevi una tappa obbligatoria di passaggio di camionisti e uomini d'affari, fermata obbligatoria tra il sud cioè il porto di San Pedro e il nord cioè la frontiera col suo notevole scambio di merci tra la Costa d'Avorio, il Mali e il Burkina Faso ma anche con la Guinea Conakry e la Liberia e dei seguenti prodotti: legname, caffè, olio di palma, cacao, manioca, diamanti, gas, frutta, vegetali, hevea ( è da questa pianta che si estrae il lattice per il caucciù). Oggi tutto questo commercio è sparito e quel poco che c'è va a rilento a parte il cacao, ma il "business" è per pochi. Insomma quello che può offrire la cittadina di Man è davvero poco a parte il tanto relax e la tanta natura che ha come suo apice la cascata che durante la stagione delle piogge è davvero spettacolare e ai piedi si forma anche un piccolo laghetto nel mezzo a piante secolari e arrampicanti dappertutto tanto che il sole fa fatica a farsi strada, insomma da sentirsi praticamente in mezzo a una giungla e anche un po Tarzan. Ma quello che più mi ha colpito è nella credenza che ancora serpeggia e che di seguito racconto: un giorno il villaggio era ormai prossimo ad essere assediato da parte di una tribù rivale e la gente spaventata sarebbe scappata nella foresta lasciando le case incustodite. Quando i nemici entrarono per saccheggiare il villaggio furono aggrediti dalle scimmie affamate, solitamente nutrite dai locali, facendo scappare terrorizzati gli assalitori. Al ritorno gli abitanti nel ritrovare il villaggio intatto e saputo della vicenda promisero che le scimmie sarebbero state libere di vivere dove e come volevano. Ancora oggi sono ritenute sacre e vengono nutrite dalla popolazione e si trovano nel quartier di Gbêpleu, all'estremità nord di Man dove incomincia la foresta. Sono andato di persona a vedere questi animali "sacri" e quando sono arrivato non ho trovato e visto niente neanche dopo una lunga attesa di 20 minuti. Insomma nulla di nulla, una leggenda e niente più. Stavo partendo quando un gruppo di ragazzini tornando da una evidente partita di pallone si è fermato in quanto meravigliati di vedere un bianco in quel posto ma allo stesso tempo confermandomi la presenza delle scimmie ma che per vederle avrei dovuto donare del cibo. Behhh non è che uno vada regolarmente in giro con del cibo nelle tasche ...... neanche il tempo di pensarlo che i ragazzi mi hanno spiegato che delle banane sarebbero bastate per farle uscire. Con qualche soldo e 5 minuti d'attesa eccoli ritornare con un casco di banane e giusto il tempo di prenderne
un paio nelle mani che dalla foresta sono incominciate ad apparire, anche se distanti e diffidenti le scimmie "sacre". Diffidenti giusto il tempo di comprendere che si trattava di cibo ed eccomi circondato e tutte che volevano la banana, qualcuna ha anche cercato di mettermi le mani nelle tasche dei pantaloni. Insomma più che "sacre" mi sono sembrate intelligenti, sveglie ed affamate.
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un paio nelle mani che dalla foresta sono incominciate ad apparire, anche se distanti e diffidenti le scimmie "sacre". Diffidenti giusto il tempo di comprendere che si trattava di cibo ed eccomi circondato e tutte che volevano la banana, qualcuna ha anche cercato di mettermi le mani nelle tasche dei pantaloni. Insomma più che "sacre" mi sono sembrate intelligenti, sveglie ed affamate.
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lunedì 10 ottobre 2011
Partita di pallone e di riconciliazione
Ieri pomeriggio si e’ giocata la partita di calcio Costa d’Avorio – Burundi gara eliminatoria per la Coupe d’Afrique des Nations (chiamata CAN) per il 2012 e che è terminata con la vittoria degli “Elefanti” ivoriani. Ogni nazionale di calcio in Africa è legata ad un nome d’animale: la Côte d’Ivoire agli Elefanti, Il Burundi alle Rondini, La Nigeria alle Aquile, il Camerun ai Leoni, Il Burkina Faso agli Stalloni, Il Congo ai Leopardi, l’Angola alle Antilopi Nere, il Gambia agli Scorpioni e a parte l’Egitto con i suoi Faraoni e il Sud Africa con i "Bafana" che vuol dire "I nostri ragazzi" in lingua Zulu. Quello di ieri è stato il più grande evento popolare in Costa d’Avorio dalla fine della crisi post-elettorale e la partecipazione degli ivoriani è stata notevole (come d'abitudine) infatti il quartiere Plateau dove si trova lo stadio Félix Houphouët-Boigny e dove abito è stato preso d’assalto sin dal mattino, questa volta non dai militari con spari e cannonate ma da chiassosi e simpatici supporters con canti, trilli di fischietti e non di meno con le rumorose vavazuelas e tutti con tanto di maglie, capellini e parrucche varie tra lo sventolio di bandiere con un colore su tutti: "l'orange" simbolo ivoriano. Inutile dire che l’icona della squadra è l’attaccante Didier Drogba.
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VIDEO dentro lo Stadio :
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VIDEO dentro lo Stadio :
lunedì 26 settembre 2011
Gli scacchi
Il gioco degli scacchi è una passione nata quando ero ragazzino cominciando con la lettura dell’ABC per gli scacchi per poi continuare con i romanzi di cui la trama fosse il mondo a 64 quadri bianchi e neri come “La variante di Lundeburg”. Ho continuato facendo della pratica iniziando a giocare contro un altro me stesso e proseguendo poi con gli amici, tanto che quando mi capitava di vedere una scacchiera in casa di qualcuno mi auto-invitavo a giocare. Sono arrivato anche a fare una competizione amatoriale al mio paese natale parecchie estati fa. La mia prima vera partita ! Me la ricordo bene era un sabato pomeriggio ed ero emozionato e nel giro di un’ora avevo già perso, in effetti il mio avversario era un tipo molto lento e riflessivo !! Insomma è vero che non lo pratico più, peccato, ma continuo a leggerne i libri.
Tra le varie annotazioni me ne ricordo alcune che elenco qui di seguito:
Il gioco degli scacchi è nato in India attorno al VI secolo é giunto in Europa attorno all’anno 1000;
Sembra che l'invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue: quando il gioco fu presentato a un Sultano volle premiare l'inventore esaudendo ogni suo desiderio. Questi chiese per sé un compenso modesto di avere cioé tanto grano da una semplice addizione: un chicco sulla prima delle 64 caselle, 2 chicchi sulla seconda, 4 sulla terza, 8 sulla quarta e così via. Ma il sultano dopo aver accettato si accorse di non aver tutto quel grano nei suoi granai e lo fece uccidere;
Fra le doti necessarie a un buon giocatore di scacchi si annoverano la tenacia e la pazienza e qui mi ricorda la leggenda dei due amici che durante una lunga partita che iniziata da giovani prosegue poi per tutta la vita fin quando ormai arrivati all'età matura uno chiede: ma a chi tocca?;
Nel 1894 un giovane matematico tedesco, Emanuel Lasker vincera' il suo primo Campionato del Mondo e deterrà il titolo mondiale per ventisette anni. Un record ancora oggi imbattuto;
Lo scacchista François-André Danican Philidor divenne celebre nel 1783 per aver disputato a Londra contemporaneamente tre partite "alla cieca", cioé giocava bendato, ricordando a memoria la posizione dei pezzi.
Tra le varie annotazioni me ne ricordo alcune che elenco qui di seguito:
Il gioco degli scacchi è nato in India attorno al VI secolo é giunto in Europa attorno all’anno 1000;
Sembra che l'invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue: quando il gioco fu presentato a un Sultano volle premiare l'inventore esaudendo ogni suo desiderio. Questi chiese per sé un compenso modesto di avere cioé tanto grano da una semplice addizione: un chicco sulla prima delle 64 caselle, 2 chicchi sulla seconda, 4 sulla terza, 8 sulla quarta e così via. Ma il sultano dopo aver accettato si accorse di non aver tutto quel grano nei suoi granai e lo fece uccidere;
Fra le doti necessarie a un buon giocatore di scacchi si annoverano la tenacia e la pazienza e qui mi ricorda la leggenda dei due amici che durante una lunga partita che iniziata da giovani prosegue poi per tutta la vita fin quando ormai arrivati all'età matura uno chiede: ma a chi tocca?;
Nel 1894 un giovane matematico tedesco, Emanuel Lasker vincera' il suo primo Campionato del Mondo e deterrà il titolo mondiale per ventisette anni. Un record ancora oggi imbattuto;
Lo scacchista François-André Danican Philidor divenne celebre nel 1783 per aver disputato a Londra contemporaneamente tre partite "alla cieca", cioé giocava bendato, ricordando a memoria la posizione dei pezzi.
giovedì 22 settembre 2011
Anche oggi nel mondo:
qualcuno nasce, qualcuno prende un aereo, qualcuno esce di galera, qualcuno vince a una lotteria, qualcuno smette di fumare, qualcuno perde l'autobus, qualcuno resta fermo sull'autostrada, qualcuno litiga con il capo, qualcuno ha un appuntamento galante, qualcuno riceve dei fiori, qualcuno si sposa, qualcuno guarisce, qualcuno perde il portafoglio, qualcuno prende la droga, qualcuno si separa, qualcuno disprezza, qualcuno viene fermato per controlli, qualcuno inciampa, qualcuno si scotta al sole, qualcuno scippa, qualcuno cambia il cellulare, qualcuno partecipa a un quiz televisivo, qualcuno scappa, qualcuno fa pace, qualcuno aiuta, qualcuno continua a dormire e qualcuno compie gli anni.
Auguri Giudi.
Auguri Giudi.
domenica 21 agosto 2011
I miei 10 anni d'Africa
Ognuno di noi ha delle date che rimangono impresse più di altre in quanto evocano avvenimenti colmi di emotività che possono essere sia di gioia o di felicità sia di tristezza o d'amarezza e quella del 21 agosto 2001 rientra nei miei ricordi colmi di felicità per il mio viaggio di lavoro a Kinshasa e la mia prima volta in Africa. Da allora è stato un continuo susseguirsi di emotività, di date, di persone, luoghi, fatti e ricordi. Tanti quelli belli e pochi quelli brutti o forse perché tendiamo a dimenticare più facilmente questi ultimi. Oggi è l’anniversario per i miei 10 anni in Africa un tempo breve per conoscerla tutta, un tempo lungo per non affezionarsi. Quando da bambino sentivo parlare d’Africa di riflesso l’assoggettavo primo fra tutti alle banane e subito di seguito con « il mal d’Africa » che richiavama le immagini della savana coi suoi elefanti, ippopotami, rinoceronti e felini vari in spazi immensi e verdi e in sottofondo il suono cadenzato dei tamburi con i tramonti rosso fuoco e il tanto caldo. Quando partii con destinazione Africa i miei pensieri erano altri e primo fra tutti le tremende malattie che avrei dovuto affrontare: malaria, febbre gialla, ameba, tifo, febbre del sonno dovuta alla tremenda mosca tze tze e altre raccontatemi da amici e colleghi come quella del verme che cresce sotto la pelle anche per un metro e di prestare la massima attenzione al famosissimo Mamba nero uno dei serpenti più velenosi chiamato anche « sette passi e mezzo » in quanto in caso di morso l’ottavo passo non si riesce a farlo. Oddio !
Avrei dovuto resistere 4 lunghi anni e cercare di tornare il più sano possibile e il solo pensiero era di come prendere cura di me stesso.
Non solo quei « veloci e indimenticabili quattro anni » sono passati ma li ho raddoppiati e ora punto al « triplete » e non solo sono sopravissuto, tutt’altro, ho vissuto una vita interessante e in buona forma e di quelle paure oggi rimane che un sorriso come quello che ho adesso sul mio viso. Certo non sono mancati gli eventi tristi come l’ultima guerra civile in Costa d’Avorio o i tentati colpi di stato in Congo con i militari in ogni dove. Ma c’è chi crea gli eventi e chi reagisce agli eventi. A me è toccato il secondo e penso che mi abbia forgiato un carattere diverso, più forte e molto più realista a livello emozionale e mentale. Infatti tutte le tensioni psichiche e fisiche di un individuo confluiscono a formare la sua struttura caratteriale: energia, tensione e controllo sono interdipendenti poiché il complesso totale delle tensioni controlla la quantità e l’uso dell’energia corporea, dunque il carattere e la volontà sono la somma totale di tutte le forme di tensione che uno riesce a controllare. Forse sono entrato troppo nel discorso, oppure troppo fuori, è lo stesso, quello che volevo dirlo cerco di renderlo più semplice in questo modo:
Una volta avrei detto: ecco c'è un muro! Oggi invece dico: c'è un muro e ci sarà anche una porta.
Guardandomi indietro posso affermare che il cambiamento è stato notevole e dovuto anche all'età, sicuramente e qui mi viene in mente quello che mi diceva sovente mia madre quando io ero ancora ragazzino: maturano anche la paglia e le nespole !, dicevo che il cambiamento è dovuto principalmente alle difficoltà quotidiane di vivere e adattarsi a paesi nuovi con lingua e culture differenti. Preciso che le difficoltà non sono mai state economiche, anzi tutt'altro, ma quelle di adattamento, di sacrificio, di tensione e affaticamento e tanto coraggio si e tanto e sempre.
Forse anche perché non ho mai dimenticato di quello che ero e da dove venivo come quel proverbio senegalese che dice:
Quand tu ne sais pas où tu vas, arrête-toi et regarde d'où tu viens.(Quando non sai più dove stai andando fermati e guarda da dove vieni).
Quindi per terminare aggiungerei quest'altro: Uno vede meglio dietro che avanti !
Paesi africani visitati:
Congo, Sud Africa, Egitto, Marocco, Namibia, Senegal, Costa d'Avorio, Kenya, Benin.
Parole conosciute in Africa :
Attieke, Mbote, Habari, Dieureudief, Tikalalamu, Machete, Asante Sana, Maghifi, Yako, Malembe, Pole, Woro-Woro, Mbaka, Rafiki, Gnocoboc, Nouchi, Nzuri, Molo, Kwaheri, Maqui, Nagadef, Nakupenda, Kahora, Akwaba, Mamma Nangai, Agouti
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