Il gioco degli scacchi è una passione nata quando ero ragazzino cominciando con la lettura dell’ABC per gli scacchi per poi continuare con i romanzi di cui la trama fosse il mondo a 64 quadri bianchi e neri come “La variante di Lundeburg”. Ho continuato facendo della pratica iniziando a giocare contro un altro me stesso e proseguendo poi con gli amici, tanto che quando mi capitava di vedere una scacchiera in casa di qualcuno mi auto-invitavo a giocare. Sono arrivato anche a fare una competizione amatoriale al mio paese natale parecchie estati fa. La mia prima vera partita ! Me la ricordo bene era un sabato pomeriggio ed ero emozionato e nel giro di un’ora avevo già perso, in effetti il mio avversario era un tipo molto lento e riflessivo !! Insomma è vero che non lo pratico più, peccato, ma continuo a leggerne i libri.
Tra le varie annotazioni me ne ricordo alcune che elenco qui di seguito:
Il gioco degli scacchi è nato in India attorno al VI secolo é giunto in Europa attorno all’anno 1000;
Sembra che l'invenzione degli scacchi sia legata a un fatto di sangue: quando il gioco fu presentato a un Sultano volle premiare l'inventore esaudendo ogni suo desiderio. Questi chiese per sé un compenso modesto di avere cioé tanto grano da una semplice addizione: un chicco sulla prima delle 64 caselle, 2 chicchi sulla seconda, 4 sulla terza, 8 sulla quarta e così via. Ma il sultano dopo aver accettato si accorse di non aver tutto quel grano nei suoi granai e lo fece uccidere;
Fra le doti necessarie a un buon giocatore di scacchi si annoverano la tenacia e la pazienza e qui mi ricorda la leggenda dei due amici che durante una lunga partita che iniziata da giovani prosegue poi per tutta la vita fin quando ormai arrivati all'età matura uno chiede: ma a chi tocca?;
Nel 1894 un giovane matematico tedesco, Emanuel Lasker vincera' il suo primo Campionato del Mondo e deterrà il titolo mondiale per ventisette anni. Un record ancora oggi imbattuto;
Lo scacchista François-André Danican Philidor divenne celebre nel 1783 per aver disputato a Londra contemporaneamente tre partite "alla cieca", cioé giocava bendato, ricordando a memoria la posizione dei pezzi.
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