domenica 1 maggio 2011

Aiuto agli aiuti umanitari

Tutto incominciò il 24 giugno 1859 quando Henri Dunant imprenditore svizzero nonché umanista asistette alla battaglia di Solferino tra l’esercito austriaco e quello franco-sardo e quello che lo stupì fu la scena che vide nei campi dopo lo scontro: corpi dappertutto, circa 30 mila, molti dei quai feriti e urlanti di dolore abbandonati e agonizzanti. Una delle più sanguinose battaglie della seconda guerra d’indipendenza italiana durata dalla 12alle 14 ore. Tornato a Ginevra nel 1862 costituisce il “Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti” che poi diventarà “Comitato Internazionale della CROCE ROSSA” e Dunant ricevette il premio Nobel per la Pace.
Insomma il primo comitato di quello che oggi comunemente chiamiamo ONG (Organizzazione Non Governativa). Poi poco o nulla fino al 1968 quando una carestia in Biafra stava mietendo migliaia di vittime diventando in breve tempo un caso internazionale con le foto ed immagini di bambini magrissimi dal ventre gonfio e gli occhi pieni di tristezza e sofferenza. Così nacque una corsa di aiuti da tutto il mondo per espiare in un certo modo le colpe del colonialismo tramite il nascere di ONG sia laiche che religiose. In effetti il Biafra, una regione piena di petrolio, aveva chiesto di staccarsi dalla Nigeria sua Madre Patria causando una guerra civile. L'intervento umanitario ebbe dimensioni senza precedenti infatti oltre ai tanti soldi offerti, per la prima volta molti donarono il loro tempo e presenza fisica direttamente sul terreno con medici, infermieri e tantissimi volontari e fu un vero successo. Tanto da avere oggi giorno ONG di tante nazioni e presenti in tutti quei paesi bisognosi di aiuto. Il loro principale scopo è di assistere la popolazione civile colpita dalle guerre, carestie, penurie o in totale povertà. Ma la guerra rimane quella che miete più vittime in quanto se una volta era effettuata in spazi vuoti e tra due eserciti e in precisi campi di battaglia o trincee e lontano dai centri abitati (questo fino alla prima guerra mondiale) ora la popolazione civile è sempre più coinvolta fino ad avere quasi il 90 % di perdite, vedasi come ultime l’Iraq, l’Afghanistan e la Libia. Da qui il grande bisogno di assistere interi popoli o etnie anche in situazioni davvero precarie e difficili. Con la loro imparzialità e devozione, con la loro audacia e coraggio ma anche sofferenza e strazio queste organizzazioni umanitarie sono quello di più solidale e umano si possa trovare, persino nei più sperduti villaggi sia che si trovino nel deserto o in piena Amazzonia. Comunque gente totalmente disarmata che opera nel bene e per la pace, nel pieno rispetto dell’altro, in aree controllate da combattenti armati di tutto e con cui bisogna trovare un accordo per convivere. Questo non vuole essere un atto d’accusa ma purtroppo a volte si peggiora la situazione e si alimenta la guerra, involontariamente certo, ma la si alimenta. Come é successo in Somalia dove per far arrivare il riso alla popolazione stremata dalla fame si pagava il Generale Aidid perché i suoi uomini non sparassero sulla folla mentre si prestava a raccogliere i sacchi lanciati dagli elecotteri, come era già successo altre volte. Oppure come in Sierra Leone con i suoi centinaia di bambini soldato che finita la guerra gli mutilavano gli arti perché arrivassero le ONG che voleva dire "soldi" in quanto i signori della guerra avrebbero provveduto a trovare case, uffici, alloggi, macchine, autisti, domestici, supermercati e quant’altro serviva ai bianchi. O ancora come nel Nord Kiwu (Congo) dove per mostrare la loro imparzialità i dottori erano obbligati a curare anche i ribelli tanto da trovarsi sotto la stessa tenda vittima e carnefice ed eliminando così il problema dei feriti ai “signori della guerra”. Anche il fatto di trovarsi in paesi o zone talmente destabilizzate e/o senza nessun controllo governativo fa in modo che nessuno verifichi il loro operato e quindi restino senza nessuna responsabilità. Di contro ci sono le miglia di vite salvate, le migliaia di persone che possono camminare con nuove e gratuite protesi o tutti quei bambini salvati da morte certa per denutrizione o per malattie. Ma é anche un modo per non rimanere passivi di fronte alle tragedie del mondo e di sentirsi utili con lo stare a contatto con le nuove vittime di questa (non) umanita’.

P.S.: La foto della bambina è stata scattata con l'autorizzazione dei genitori.

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