venerdì 29 gennaio 2010

I giorni della Merla

Daniela nel mese scorso di dicembre ha pensato bene di lasciare l'Italia e il freddo per venire al caldo e visitare le bellezze della Costa d'Avorio ma piu' di altro per passare le feste con sua figlia: la Susanna. Purtroppo per tutti, a parte la sua cagnolina Ginger, a feste finite e' rientrata in Italia dove mi ha scritto in risposta al tanto caldo ivoriano con il tanto freddo italiano con il racconto che qui di seguito pubblico:

I GIORNI DELLA MERLA: La leggenda vuole che una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che la merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo 28 giorni.
L'ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo e così rimase per sempre con le piume nere.

martedì 26 gennaio 2010

Curiosità

All’isola di Cuba e’ molto legata l’immagine dello scrittore americano Ernest Hemingway. Una cosa curiosa che lo riguarda é che nel 1954 in Africa fu coinvolto in un doppio incidente aereo, il secondo mentre era a bordo del velivolo che lo stava portando in salvo in seguito al primo.

sabato 23 gennaio 2010

Effetto Obama

Anche per gli ivoriani come per tanti africani dell'africa subsahariana c'e' stato l'effetto Barack Obama, che come tutti sanno e' il 44mo Presidente degli "States" e il primo di colore. Gia’ da candidato il suo nome era pronunciato come se fosse un nuovo messia, forse esagero, comunque come di una persona davvero speciale. Tanta stima con tanta devozione in tanta speranza da trovare il suo nome in ogni dove: sui muri, affisso nei cartelloni, la sua immagine appesa in tanti uffici e come nel caso del “woro-woro”(taxi) in foto che con lo scriverlo sul paraurti se lo porta a spasso per Abidjan.

mercoledì 13 gennaio 2010

Tragedia umana

L'ultima cifra dice che sono 100.000 i morti causati dal terremoto di ieri 12 gennaio 2010 a Port-au-Prince capitale di Haiti. Ma gia' si legge che si potrebbe sfiorare la cifra dei 500.000 ! In ogni caso una catastrofe (in)umana, una tragedia biblica. Io ho un ricordo abbastanza generico della citta' quando nel maggio dello scorso anno ho passato quattro giorni nell’isola caraibica con il suo traffico e «les ambotiages», le strade strette e tortuose che portano nei vari quartieri posti sulle pareti scoscese delle varie colline che fanno da cornice alla citta' e proprio qui ho il ricordo piu’ vivo e che ho impressionato anche nelle mie foto: le case alveari.
Case fatte una sull’altra e tra una e l’altra. Un puzzle un po disordinato.




Haiti ha anche altri record come l’ essere la prima repubblica “nera” (e la seconda dopo gli Stati Uniti) a chiedere l’indipendenza nelle americhe il primo giorno del 1804, ma anche il record negativo come il paese più povero dell'intero continente americano. Nel 2004 l’isola caraibica ha visto nascere una rivolta popolare che ha causato parecchi disordini e molta violenza determinando le dimissioni del presidente Jean-Bertrand Aristide rifugiatosi poi in Sud Africa. Sempre in quell’anno in estate l’isola é colpita dall’ uragano Jeanne. Nel 2008 se ne sono abbattuti ben quattro (Fay, Gustav, Hanna e Ike) provocando piu’ di 300 morti e molti dispersi in tutto il paese, insomma con il passaggio di quattro uragani nel giro di un mese è stato considerato dalle autorità la principale catastrofe degli ultimi anni, prima di questo terremoto. Insomma un paese che vive ormai in un perenne stato di emergenza umanitaria. Attualmente in Haiti (Ayti in “creole” la lingua locale) c’e’ una missione di aiuto sotto l'egida dell’ONU con il nome di MINUSTAH che vede la presenza di ben 9.000 caschi blu e di quasi 500 civili. Tra questi 500 civili anche Fatou che nella notte ormai del 13 mentre dormivo mi chiama dicendomi: "Non ti preoccupare sono viva!". MERCI,QUEL CADEAU !