Dell’anno 1994 mi ricordo molti avvenimenti oltre a quello del mio compleanno: Berlusconi decide di entrare in politica formando un nuovo partito e vince le elezioni; Il Milan diventa Campione d’ Italia e Campione d’Europa; A Imola muore il mito del volante Ayrton Senna preceduto il giorno prima da Ratzenberger ; Schumacker vince il suo primo titolo mondiale in F 1 ; La Coppa del Mondo di calcio, giocata negli USA, viene vinta dal Brasile sconfiggendo l’Italia 3 a 2 dopo i calci di rigore. Biaggi vince il suo primo titolo mondiale nella classe 250 sull’ Aprilia. Giorgio Faletti arriva secondo a San Remo con la canzone Signor Tenente. In un agguato a Mogadiscio vengono uccisi la giornalista del TG3 Ilaria Alpi e il cameraman Miran Hrovatin. Affonda dopo essere bruciato il translatantico Achille Lauro. Mandela viene eletto presidente del Sud Africa. A dicembre il PM Di Pietro, uomo simbolo di « mani pulite », si dimette dalla magistratura. Avvenimenti che avranno una certa influenza anche negli anni successivi. Ma la cosa che mi ha colpito tanto da ricordarmene vivamente ancora oggi, era dell'imminente uscita di un decreto legislativo, con il nome di Legge 626, che riguardava la messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici e privati come gli impianti elettrici, impianti del gas, le scale con appositi antiscivolo e tanto altro. Per questione di lavoro frequentavo vari uffici e palazzi statali incappando spesso nei lavori concernente la nuova legge di sicurezza per il cittadino, con tanto di cartello-avviso "Legge 626". In effetti anni dopo nelle strutture pubbliche che frequentavo non si notavano più cavi pendenti o prese della corrente penzolanti dalla sua insenatura ma invece scale con appositi antiscivolo e ascensori completamente nuovi o a norma. Scrivo questo perche' nel mio viaggiare non ho trovato altrettanto quando ho percorso strade di alcune cittá dove ho trovato tralicci con cavi che andavano e venivano dappertutto, formando una fitta giungla di rampicanti con dozzine e dozzine di fili che si snodavano in ogni parte e in ogni dove o che serpeggiavano fin sul terreno. Insomma un vero e autentico rompicapo, come quello nella mia testa a pensare il tanto fare da un parte del mondo e il non fare tanto dall'altra. Come scriveva in un suo libro la scrittrice Martha Gellhorn "arriva sempre un momento in cui, in questo folle ed enorme incubo chiamato mondo, ti senti cosí piccolo e impotente che tutto cessa di avere importanza, nulla ti tocca piú e hai solo voglia di ridere".
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