Quando si parla di terremoto chiunque sa che e’ qualche cosa di terribile sia nel momento della scossa che nei giorni a seguire. Aggiungendo la cifra ultima di 250.000tra morti e dispersi fa ancora piu’ male e tormento. Spiegarne poi la tanta sofferenza morale fisica e materiale e’ praticamente impossibile, anche se con la tecnologia le immagini ci rendono il tutto piu’ vero, vicino e diretto. Comunque ho trovato aneddoti curiosita e storie che mi hanno permesso di tracciare delle conclusioni.
La morte non e’ democratica cosí come la fortuna.
Tutti mi hanno assicurato che malgrado la scossa sia durata all’incirca 30 secondi fisicamente non si ha il tempo per scappare per due fattori : la sorpresa o lo stupore essendo il terremoto un evento imprevidibile e tra i forti sobbalzi, vibrazioni e i tremolii si perde il senso dell’equilibrio e tutte le forze sono impiegate nel cercare di reggersi in piedi.
Ognuno ha vissuto delle realta’ completamente differenti nello stesso sisma, molti che sono soppravvisuti al crollo di un edificio o si sono trovate in zone fortemente colpite hanno pensato che tutta la citta’ di Port-au-Prince fosse rasa al sulo, scoprire parecchi giorni dopo che la propria casa era totalmente intatta in quartieri del tutto illesi. Altri che essendo in costruzioni basse o all’esterno in spazi aperti, se non addirittura in macchina, ha pensato si a un sisma, ma comunque una violenta scossa e niente piu’, tanto che un padre ha dato per scontato che la sua famiglia fosse incolume come lui. Scoprendo ore dopo che la fortuna come la morte, tanto democratica non e’.
L'ormai sepolta speranza per gli haitiani con le sue quasi chilometriche code alle ambasciate (canadese e quella degli states fra tutte) con tanta gente che per avere accesso ha passato la notte sui marciapiedi adiacenti per essere tra i primi il giorno dopo e parlo di centiaia di persone, alcune con bambini a seguito.
Le innumerevoli organizzazioni che hanno preso d’assalto la capitale haitiana e propensi nel fare il massimo spero che riescano nel breve a portare aiuti concreti (non parlo di cibo in quanto la distribuzione magari con alcuni problemi e’ avvenuta e avviene regolarmente) ma parlo a nome di tutte le tante persone che vivono nelle tende di fortuna e tra non molto sara' la stagione delle pioggie con i suoi nubifragi e uragani.
Insomma anche se la vita ha ripreso con il suo solito vivere si legge chiaramente negli sguardi o sui visi un qualcosa di triste.
Bon courage Haiti.
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